Trasferirsi all’estero per lavoro è sempre più comune, sono sempre di più le famiglie che scelgono di fare “il salto”. Ma se la scelta di cambiare vita è una cosa voluta o una scelta obbligata, in ogni caso è un cambiamento che va gestito, soprattutto quando implica una famiglia al seguito. Trasferirsi all’estero con dei bambini significa cambiare casa, ambiente, amici, lasciare luoghi conosciuti, cambiare una routine avviata. E’ un passo impegnativo per gli adulti, e lo è ancor di più per i piccoli di casa, che magari non capiscono pienamente cosa gli succederà.
Quando ci siamo trasferiti a Londra, mio figlio aveva sedici mesi. Abbiamo affrontato insieme questo passo, ma era ancora troppo piccolo per realizzare il tutto. Però quando si è messi di fronte a una scelta del genere, con dei bambini più grandi, come si può affrontarla al meglio?
In questo post troverete dei consigli pratici pre-trasferimento, frutto della mia personale esperienza e il contributo di una mia amica expat, che con la sua famiglia e i suoi bambini ha affrontato già diversi traslochi.
Se invece vuoi avere più informazioni su cosa fare prima di trasferirsi a Londra con una famiglia, allora in questo post troverai tutte le risposte.
Indice dei contenuti
TRASFERIRSI ALL’ESTERO CON BAMBINI: COSA FARE PRIMA DELLA PARTENZA
CONOSCENZA DELLA CITTA’
Avevo visitato Londra parecchie volte prima di venirci a vivere, ma visitare una città e viverla sono due cose completamente diverse. Informatevi su Internet, leggete e cercate più informazioni possibili sulla città in cui vorrete e dovrete trasferirvi. Fate un budget di quanto vi costerà vivere in quella città in base a:
- affitto
- educazione – asilo
- trasporti
Sarebbe meglio fare un sopralluogo, e quando venite, fatelo già con alcune scelte già fatte:
- una selezione di zone in cui vorreste vivere (in base a quello che avete letto e al budget)
- verificato come funziona l’accesso alle scuole e di conseguenza valutare in quale zona prendere le casa (ad esempio se è importante vivere nella catchment area per potervi accedere)
- affitto: informatevi prima di partire e scegliete una rosa di zone da vedere per capire se vi piacciono e ci sono dei servizi per le famiglie, tipo parchi, buone scuole e supermercati vicino.
- prendete appuntamento con qualche agenzia e iniziate a fare dei sopralluoghi. Andate a vedere un paio di case perché le immagini ritoccate delle agenzie regalano tante illusioni
DOCUMENTI
Se non siete sposati e avete figli, è utile avere un con sè un documento che identifichi madre e padre. Potrete dover viaggiare da sole e molto spesso serve portarlo con sè. Verificate se avete carte d’identità o passaporti in scadenza e rinnovateli prima di partire.
SALUTE
Verificate sul sito delle autorità sanitarie locali i documenti richiesti per il controllo delle vaccinazioni (se avete bambini piccoli). Per quel che ci riguarda, è bastato avere la stampa con autentica dell’asl per convalidare le vaccinazioni già fatte. Però ci sono altri Paesi che hanno richieste diverse o che necessitano di un documento tradotto.
Aggiungerei oltre a quanto scritto sin qui, cercate di capire in quale zona vivono gli altri expat del vostro Paese. Non vuole per forza dire che in questo modo non vi integrerete, ma all’inizio avere qualche volto che parla la vostra stessa lingua e con cui avete anche molte abitudini in comune, vi renderà tutto più leggero. Cercate dei modi per fare rete con altre mamme, andate al parco, seguite dei corsi… In questo post vi racconto qualche consiglio per fare rete con altre mamme.
TRASFERIRSI ALL’ESTERO CON BAMBINI: I CONSIGLI DI UNA MAMMA EXPAT CON TANTI TRASLOCHI SULLE SPALLE
Siamo noi genitori i primi a trasmettere le nostre ansie e certezze. Se siamo pronti ad affrontare una scelta del genere, allontanate lo spettro dell’ansia da voi, perché lo trasmetterete anche ai vostri figli.
Come ho scritto all’inizio del post, noi ci siamo trasferiti quando i miei figli erano ancora piccoli e non ho dovuto gestire il loro ambientamento e prepararli alla rottura di certi legami.
Ho chiesto quindi a Nadia, expat come me, ma da parecchio più tempo, e con molti traslochi e paesi alle spalle, quali potessero essere i consigli per gestire al meglio questo passo.
Ecco cosa mi ha raccontato:
Sono Nadia, expat da più di 12 anni e mamma expat da 8 con due piccoli travelers che ci seguono loro malgrado in giro per il mondo! Lavoriamo per imprese di costruzioni e viaggiamo per passione ma sopratutto per lavoro. All’inizio della nostra avventura nessun problema di sorta. Un anno qua, due là e cinque da un’altra.
Poi nasce la nostra prima figlia. Anche li nessun problema, lei è piccola e il fatto di aver preso più aerei che macchine non le cambia la vita!
Arriviamo a Riyadh (Arabia Saudita), che lei ha 2 anni e mezzo. L’italiano lo parla bene, per quanto lo possa parlare bene una bambina, ma dell’inglese non sa nulla, a parte qualche canzoncina. Inizia l’asilo British in un compound multiculturale. Le sue migliori amiche sono una venezuelana e una italo iraniana il cui linguaggio comune è l’inglese. Vivono in simbiosi per praticamente quasi 3 anni.
Dobbiamo andare via.
Prossima meta: il Peru. Tragedia. Lingua nuova, amiche perse e un fratello nuovo di pacca che nasce pochi mesi dopo l’arrivo. E’ stata durissima lo ammetto. Tra ormoni e difficoltà ho pianto più di lei. Le ho fatto forza. Chiamate con le amiche, mattine al parco nonostante la stanchezza delle notti insonni con un neonato e tanta buona volontà! Ho trovato gruppi di mamme anglofone e subito ci siamo inserite in un gruppo di bambini expat. Da li tutto in discesa. Inizio della scuola e lei che prende padronanza della nuova lingua, playdates e sport hanno fatto il resto.
Ammetto che mia figlia ha grandi capacità di adattamento ed è anche molto estroversa, ma traslocare ogni tot anni è durissima adesso. Infatti, quando tutto andava per il meglio e lei (loro, perchè nel frattempo il piccino è cresciuto e al parco aveva la sua gang), ci siamo trasferiti di nuovo. Pianti e disperazione volume 55366473.
Che fare? Abbracciarla, dirle che tutto sarebbe andato bene, che le amiche le avremo sentite spesso e che ci saremo potuti rivedere, che avremo trovato una scuola bellissima con tante nuove persone da conoscere e nuove avventure da fare insieme. Per ora siamo qui da 8 mesi e tutto procede bene, rimpiange ancora le sue amiche e la sua vita peruviana, ma ha nuove amiche qui e si diverte.
Il piccolo? Ogni tanto mi chiede quando torneremo in Peru, ma identificano la loro casa con la Sardegna per fortuna! Abbiamo li i nostri punti fermi. Amici, cuginetti, famiglia. Sanno che per qualsiasi cosa loro saranno li, e ogni volta che torniamo è come se non si fossero mai lasciati. Non ho grossi consigli, ho spesso dubbi, ma una cosa è certa. Siate il loro punto fermo. Fategli capire che voi ci siete e li aiuterete in ogni cosa. Avranno sempre voi al loro fianco con un sorriso e un abbraccio. Non è una vita facile quella dell’expat, tanto meno quella dei loro figli. Ma è un regalo che gli state facendo quindi fatelo con il cuore e con tutta la forza che avete!
Cosa vi avevo detto? Nadia, che ha un fantastico blog, Abaya and Heals, dove con ironia si racconta e ci porta con lei in tutti i Paesi in cui ha vissuto, trasmette energia e positività. Non vi è venuta improvvisamente voglia di partire? La trovate anche su Instagram!
Spero che questo post vi abbia alleggerito un pò la coscienza. Io sono expat ma fino ad ora, nonostante le difficoltà, i vantaggi di questa vita hanno avuto sempre un segno positivo. Qualora la bilancia dovesse cambiare, saremo i primi a considerare un rientro.
A presto!
Francesca
9 commenti
Complimenti davvero per questi consigli, ma soprattutto per queste bellissime esperienze che state vivendo. Io da sola ho vissuto qualche esperienza da expat per qualche anno i vari paesi, e ho trovato qualche difficoltà, ma mi è sempre piaciuto.. non voglio pensare con bambini come sarebbe stato! Mi piace leggere questi tuoi articoli con tutte queste esperienze.. mi danno ottimismo e positività: quando avrò una famiglia prendere sicuramente ad esempio.
Grazie Martina! Io sinceramente è un’esperienza che consiglio! Mi sembra di aver vissuto di più in questi ultimi anni qui, sicuramente più intensi!
Mamma mia, bisogna avere grande forza e carattere. Tanta stima per voi che vi spostate con la famiglia per lavoro..capisco davvero che non è tutto oro ciò che luccica!
Vi ammiro, ci vuole molto coraggio a trasferirsi quando si hanno bimbi piccoli. Non si può contare sul supporto della famiglia di origine e per tale ragione a volte nascono delle belle amicizie che diventano parte della famiglia vero?
Sicuramente tanta stima, perché la vita da expat è faticosa, soprattutto con dei bambini. Tanti sacrifici, ma anche tanto arricchimento per tutti a la famiglia.
E’ un viaggio nel viaggio, cercando sempre di rispettare il benessere della famiglia che quello credo debba essere sempre ciò che ci guida 🙂
Ammiro molto la capacità di adattamento e lo spirito di avventura di alcune famiglie. Io ho scoperto di non essere così, nonostante con i miei genitori mi sia mossa spesso in giro per il mondo per via del lavoro di mio padre.
Guarda, mi fa pensare molto questa cosa che mi hai scritto, perchè anche io come te ho preso una direzione totalemte diversa rispetto allo stile di vita dei miei, che invece non si sono mai allontanati da casa se non per le classiche vacanze estive. Io ho iniziato a viaggiare per sbaglio o coincidenza, non so e ho capito che il mondo era così grande e bello da scoprire che non potevo perdermi tutta quella ricchezza…
Leggere le risposte della mamma expat con bimbi ormai più grandi mi ha un po’ tranquillizzata. Io con Chandra fatico un po’ a farle accettare l’idea di trasferirsi. Grazie 🙂