Domenica prossima ci accingiamo a festeggiare il secondo compleanno di Andrea, tuttavia io e il mio compagno da tempo siamo alla prese con il suo nuovo temperamento, che ci dice molto del suo desiderio di indipendenza. I terrible twos (i terribili due), di fatto sono iniziati per noi almeno tre mesi fa, in concomitanza con uno degli eventi più critici nella vita di un bambino, e cioè l’arrivo di un fratellino!
Ora posso dire, la nascita del fratellino, è stata per Andrea una miscela esplosiva.
Ne avevamo sentito parlare, dei terribili due, ma credo che nessun genitore possa essere preparato a questo, ci si “attrezza” lungo la via, imparando direttamente sul campo.
Qui vi racconto cosa ha significato per me diventare mamma la seconda volta.
COME SOPRAVVIVIERE AI TERRIBLE TWOS: DECALOGO
Così, essendo nel bel mezzo di queste montagne russe emozionali, abbiamo iniziato a informarci sul tema e poi, una volta raccolte un pò di informazioni, ci siamo confrontati e ci siamo dati delle piccole regole per essere il più possibile coerenti nella gestione di questa fase.
Mi piace condividere con voi questo decalogo, che lontano dal voler essere una Bibbia, spero possa essere di ispirazione a qualcuno di voi!
1) I NO
Quando un bambino ci dice di NO, non vuole sfidare la nostra autorità. E’ il suo modo per esprimere il suo bisogno di indipendenza, di diventare grande, il suo essere consapevole di poter fare delle scelte che hanno conseguenze nelle azioni di ogni giorno. E’ sinonimo di crescita. E’ tutto nella norma. Da ripetere a se stessi come un mantra.
2) VOLONTA’
Se insiste per fare esattamente quello che gli abbiamo detto di non fare, bisogna cercare di non prendere le cose personalmente. Non siamo noi a essere deboli o a dare l’idea di poter essere contraddetti. Anche se non è facile, dovremmo pensarla così.
3) CAPRICCI
Aka la rabbia sotto forma di urla che si impossessa di vostro figlio: se si getta sul pavimento, la cosa migliore da fare è lasciarlo fare, poi quando si è scaricato del tutto, dargli un abbraccio. Quando questo accade a casa, spesso vado in un’altra stanza, conto fino a dieci e poi mi siedo calma con lui e cerco di aiutarlo a esprimere i suoi sentimenti.
4) A TAVOLA
Un bicchiere di vino a tavola non fa male! A parte gli scherzi, il succo è che bisogna prendere con filosofia certi momenti e essere fermi su alcuni punti. Non vacillate! In genere cerchiamo di assecondare i loro bisogni, se c’è qualche piatto che non piace, evito di riproporlo! Oppure utilizzo qualche stratagemma per fargli mangiare comunque quel alimento che non gli va proprio.
5) OBBEDIENZA VERSO AUTORITA’
Obbedienza non significa rispetto dell’autorità e viceversa. Penso che non dovremmo aspettarci il 100% di obbedienza durante il giorno, è giusto che abbiano il loro carattere e che manifestino il loro essere. Siamo noi che dobbiamo regolare le nostre aspettative. Per esempio, quello che cerchiamo di fare noi è focalizzare la nostra attenzione sui momenti buoni della giornata.
Il sistema della ricompensa sta funzionando. Ogni stella per ogni buona azione compiuta durante il giorno. L’importante è appunto concentrarsi sugli aspetti positivi, altrimenti passeremo tutto il giorno solo a sgridarli o a ripetere NO all’infinito. Decidete voi con quante stelle può avere una ricompensa (può essere il suo dolce preferito, una figurina, fare insieme un’attività che vi chiede spesso di fare e per cui non c’è tempo o anche un gioco quando si arriva a dieci stelline).
6) IN PUBBLICO
I posti pubblici sono un buon test per misurare il livello del nostro autocontrollo. Sto cercando di imparare (o almeno ci provo) a reprimere il mio istinto di urlare e di perdere il controllo (qui non urla nessuno, nessuna mamma sbotta in pubblico, tengono la calma -non so come-). Di solito do un ultimatum, “Se continui a fare così, andiamo a casa…” E il più delle volte torniamo a casa subito. Non è la cosa migliore da fare, lo so, tuttavia è necessario per entrambi resettare e la strada verso casa è il tempo perfetto per fare una pausa.
7) TENERLI IMPEGNATI
Un bambino ha bisogno di essere impegnato a fare qualcosa. Hanno un’energia infinita, si annoiano facilmente e vanno tenuti costantemente impegnati. Quando usciamo, ho sempre con me la borsa di Mary Poppins. Mi porto sempre dietro un libro, alcune automobili o alcuni dei suoi giochi preferiti, uno snack e dell’acqua. I più piccoli non sono in grado di esprimere propriamente i loro sentimenti. Ed è il motivo per cui fanno i capricci o piangono apparentemente senza motivo. A volte basta risolvere un momento di crisi con un spuntino.
8) CAPIRE LE PRIORITA’
Cercare di non sovraccaricarli. Evitare di andare a fare la spesa se si è stati in gito tutto il giorno, ad esempio. Vi ricordate tutte le volte che i vostri genitori vi hanno portato a fare la spesa di ritorno da scuola? Io sì, e non mi divertivo per niente.
9) CASTIGO O TIME OUT
Mi piace questa parola inglese, “time out”, prendiamoci una pausa. Dai a tuo figlio il tempo per capire che ha sbagliato. Dovrebbe essere un ultimo minuto per ogni anno di età. Non amo ricorrere troppo spesso al time out, ma quando non c’è via d’uscita, metto Andrea in una stanza (o in una parte del parco se siamo fuori) dove stare seduto per un poco, fino a quando sarà autorizzato ad alzarsi. E quando il time out finisce, sarebbe opportuno spiegare loro quello che hanno sbagliato e come dovrebbero comportarsi.
10) KEEP CALM
Ci sono giorni buoni e giorni cattivi, non importa quanto ci impegniamo. E quando ci rendiamo conto che da sole non ce la facciamo, non dovremmo fare altro che alzare la mano e chiedere aiuto!
Cosa ne pensate? Siete anche voi nella fase dei terrible twos? Avete qualche altro suggerimento? Spero che questo articolo possa esservi d’aiuto.
A presto!
Francesca