Ed eccoci qui di nuovo. Svezzamento questa volta però, non ti temo!
Leonardo ha già sette mesi, ma è solo da qualche giorno che ho iniziato a proporgli qualche cibo solido. In genere a metà mattina o dopo la nanna pomeridiana, quando è rilassato e non ha troppa fame.
Non è ancora interessato al cibo quindi più che altro lo faccio stare seduto sul seggiolone e lui gioca con le mani con quello che gli metto davanti.
In genere si dovrebbe iniziare intorno ai sei mesi, c’è chi inizia pure prima, ogni Paese è diverso, ogni pediatra ne dice una diversa.
Possiamo ben dirlo che la Bibbia dello svezzamento non l’hanno ancora inventata!
Per forza, ogni bimbo è diverso dall’altro e ognuno ha i suoi tempi.
Quello che però dovrebbero dire a noi mamme, è che prima di tutto dobbiamo ascoltare nostro figlio e cercare di capire se è pronto per questa fase. Guardando se sta seduto eretto da solo, per esempio, se ha interesse per quello che mangiamo e se è pronto per il cucchiaino.
Perché infatti fino al 5-6 mese, se a un bambino si avvicina il cucchiaino, in genere tira fuori la lingua. Chiamasi riflesso di estrusione, a testimonianza che non è ancora pronto.
Con il primo figlio, ho seguito le indicazioni del pediatra e, a sei mesi esatti, ho iniziato.
Ed è stato un calvario.
Per me e per lui.
Quindi litrate di brodo quando a Milano c’erano quaranta gradi rigorosamente finiti in spazzatura per quasi due mesi.
Volete mettere l’ansia e la frustrazione? E tutti quei consigli non richiesti, “Certo che se lo allatti dopo che non ha mangiato, non mangerà mai, preferirà sempre la tetta”. Ma io dico, farsi un pò i cavoli propri ogni tanto e informarsi?
Che la tetta non è un male da estirpare, non c’è proprio nessun VEZZO da eliminare.
La semplice verità è che mio figlio non era pronto.
Per fortuna per me l’allattamento non è mai stato un problema e entrambi acquistavano peso che era una bellezza.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che è importante allattare fino all’anno di vita del bambino ma sarebbe consigliabile fino ai due e che lo svezzamento può cominciare a sei mesi (non prima) ma senza pressioni.
Così questa volta con Leonardo la sto vivendo proprio in tutt’altro modo.
Sono serena, so che quando sarà pronto inizierà da solo.
In Inghilterra non esiste lo svezzamento tradizionale all’italiana (ma adattandosi si può fare lo stesso). Non esistono tutte le varietà di farina che abbiamo in Italia, ma qualcosa si trova.
Potrebbe interessarti Lo svezzamento in Inghilterra: consigli di una mamma italiana.
Con il mio primo figlio avevo provato l’autosvezzamento ma non era andata bene. Io non ero tranquilla e mi facevo prendere dal panico tutte le volte che metteva in bocca un pezzo grosso.
Però, complice il fatto di essere qui a Londra e attorniata da mamme inglesi che non si fanno neppure il dieci per cento del nostro sbattimento, mi sono detta che questa volta potevo provare.
Sinceramente non mi sono trovata bene neppure questa volta. Non è proprio vero che il bambino può mangiare esattamente tutto quello che mangiamo noi, in primis per il sale e inoltre per le modalità di cottura e di grassi che alcuni cibi contengono.
Inoltre io trovo molto più comodo fare una pappetta che ha tutti gli ingredienti (carboidrati, verdure e proteine) piuttosto che un piatto di pasta a cui poi devi aggiungere qualcos’altro perché sia un pasto completo. Pranzi che durano delle ore.
Io non ho tutta questa pazienza e non ho tutto questo tempo.
Inoltre, vogliamo parlare del delirio che ti ritrovi in cucina quando li hai lasciati fare da soli?
No no, io mi trovo bene con pappetta e cucchiaino. Poi però la frutta o dei pezzi di verdura glieli lascio sgranocchiare da solo.
Mi sono trovata benissimo con questi, surgeli e via:
E voi? Quale approccio avete adottato? Siete pro o contro l’autosvezzamento?
A presto!
Francesca